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Accordi commerciali: su cosa sta lavorando l’UE

REPORTERS - TRADE 13 Maggio 2019 5 min read

L’UE ha negoziati commerciali con tutto il mondo, ma restano soggetti all’approvazione del Parlamento europeo. Ecco tutti gli accordi sui quali sta lavorando l’UE. Gli accordi commerciali in vigore e quelli in attesa di firma. L’importanza degli accordi commerciali.

Gli accordi commerciali sono un volano per la crescita economica e sono quindi molto importanti per l’Unione europea. Secondo i dati del 2015, l’Unione europea è il maggiore esportatore e importatore al mondo di beni e servizi. L’UE è responsabile per il 32,5% del commercio globale, gli Stati Uniti per il 12% e la Cina per il 10,7%.

Stipulare nuovi accordi commerciali signifca creare nuove opportunità per le aziende europee e quindi creare nuovi posti di lavoro, ampliare la scelta per i consumatori e abbassare i prezzi.

La preoccupazione che gli accordi commerciali possano portare la perdita di posti di lavoro a causa della competizione esiste fra i lavoratori europei, ma nei fatti questi accordi creano più posti di lavoro di quelli che eliminano. Un’altra preoccupazione riguarda il mantenimento degli alti standard di produzione, ad esempio di quella alimentare. Ma proprio perché l’Unione europea è un mercato tanto esteso, è nella migliore posizione per imporre i propri standard alle industrie straniere.

Inoltre per gli eurodeputati gli standard di qualità sono un punto fermo in tutti gli accordi commerciali e tentativi di abbassarli condurrebbero a una probabile rifiuto dell’accordo da parte del Parlamento. I negoziatori europei spesso includono clausole sui diritti umani e sui diritti dei lavoratori che contribuiscono a migliorare le condizioni di vita e di lavoro nei paesi oggetto dell’accordo.

Per saperne di più sulla globalizzazione e su come l’Unione la affronta.
Diverse tipologie di accordi
L’Unione europea ha accordi commerciali diversi a seconda dei paesi. In alcuni casi vengono ridotti o eliminati i dazi doganali, in altri è stata creata una vera e propria unione commerciale, che ha eliminato le tasse di frontiera o stabilito un’imposta doganale standard per le importazioni provenienti da quei paesi.

Non si tratta soltanto di dazi. L’attenzione è focalizzata anche sugli investimenti e sulla possibilità di risolvere le eventuali controversie in materia. Ad esempio: cosa potrebbe succedere se la decisione di un governo compromettesse gli investimenti di un’azienda in quel Paese? In più, i confini sono fondamentali per far rispettare le regole sui prodotti. Per citare un caso, l’Europa ha vietato certe tipologie di ormoni somministrati ai bovini nelle aziende biologiche per la possibilità che siano pericolosi per la salute ed è fondamentale impedire che queste carni entrino nel continente da paesi in cui sono autorizzati.

Nord-America
L’accordo di libero cambio col Canada, noto anche come Accordo economico e commerciale globale (CETA), è entrato in vigore a titolo provvisorio il 21 settembre 2017. Entrerà in validità a pieno titolo solo dopo che tutti gli Stati membri avranno ratificato l’accordo.
TTIP – Partenariato trans-atlantico per il commercio e gli investimenti
Un accordo doganale con gli Stati Uniti, il TTIP, si è rivelato problematico. In molti hanno espresso preoccupazione sulle differenze tra Europa e Stati Uniti riguardo agli standard dei prodotti e alla risoluzione di eventuali controversie sugli investimenti. I negoziati sono stati sospesi fino a nuovo avviso dalla fine del 2016.

Accordi con paesi asiatici
Il 13 febbraio 2019 gli eurodeputati hanno votato a favore dell’accordo commerciale e di protezione degli investimenti tra l’UE e Singapore, che eliminerà quasi tutte le tariffe doganali tra le due parti entro cinque anni. Un traguardo raggiunto dopo soli due mesi dalla chiusura dell’accordo commerciale e di partenariato strategico con il Giappone. L’accordo di libero scabmio fra l’UE e il Giappone è stato approvato durante la plenaria di dicembre 2018.
Non ci sono negoziati su accordi di libero scambio con la Cina, ma sono in corso altri tipi di negoziati, come quello per un accordo UE-Cina sugli investimenti. Questo negoziato è iniziato a novembre 2013 e il dialogo più recente ha invece avuto luogo nei giorni del 29 e del 30 ottobre 2018.

Sono in corso negoziati anche con altri paesi asiatici:
Malesia (entrambi gli attori in gioco stanno valutando se esiste un terreno comune da cui riprendere i negoziati)
Vietnam (è in corso la stesura per l’accordo di libero scambio, cosi da poter essere firmato)
Indonesia (i negoziati sono proseguite nel corso di quest’anno)
Thailandia (l’UE è pronta a riprendere i negoziati)
Filippine (non sono ancora note le date per i prossimi negoziati)
Birmania/Myanmar (nessun altro appuntamento è in programma)
India (entrambe le parti stanno valutando i risultati ottenuti con i negoziati)

Oceania
I negoziati per un accordo commerciale completo con l’Australia sono iniziati il 18 giugno 2018. I negoziati per un accordo con la Nuova Zelanda sono invece iniziati il 21 giugno 2018. Dal giugno 2018, non ci sono stati ulteriori incontri per i negoziati con entrambi i paesi.

America latina
I negoziati con i paesi che fanno parte del mercato comune dell’America meridionale, Mercosur, cioè Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela, hanno avuto luogo dal 10 al 14 settembre 2018. La data per il prossimo incontro deve ancora essere confermata.
I negoziati con il Messico, per aggiornare l’accordo globale fra il Messico e l’UE, sono iniziati nel giugno del 2016. È stato trovato un accordo politico il 21 aprile 2018 ed entro la fine dell’anno dovrebbe essere finalizzato il testo legale completo.
Gli ultimi negoziati con il Cile hanno avuto luogo a maggio del 2018, ma ancora non è stata stabilita una data per il successivo incontro.

Mediterraneo e Medio Oriente
Ci sono diversi accordi, in particolare per aumentare i flussi di merci. Sul tavolo anche l’espansione di tali intese in altri settori come l’agricoltura e l’industria. Questi ultimi saranno da stabilire con trattative diverse per ciascun Paese.

Commercio di servizi
Infine, si sta discutendo anche sul TISA, l’accordo sugli scambi di servizi tra i 23 membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), di cui fa parte anche l’Ue. Gli stati aderenti all’organizzazione rappresentano il 70 per cento del commercio mondiale nel settore dei servizi. I negoziati sono fermi da autunno 2016 e i prossimi passi da compiere devono ancora essere determinati.

Il ruolo del Parlamento europeo
Dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2009, gli accordi commerciali hanno bisogno di approvazione da parte del Parlamento prima di entrare in vigore. La legislazione prevede, inoltre, che i deputati vengano regolarmente aggiornati sui progressi in corso durante i negoziati.

Il Parlamento si riserva di utilizzare il diritto di veto per questioni su cui ci siano preoccupazioni rilevanti, come ha già dimostrato in passato con il respingimento dell’accordo commerciale anticontraffazione (ACTA) del 2012.

Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2016 e aggiornato il 13 febbraio 2019 includendo le informazioni più recenti sugli accordi.

Fonte: Unione Europea

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Tags: Accordi commerciali agricoltura America Latina Argentina artico atlantico Australia Brasile Canada Commercio mondiale consumatori controversie crescita economica Equestrian Reporters

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