Il vegetarianismo, o vegetarismo, o vegetarianesimo designa, nell’ambito della nutrizione umana, un insieme di diverse pratiche alimentari, accomunate dall’esclusione di alcuni o di tutti gli alimenti di origine animale, decise sulla base di motivazioni etiche, religiose, igienistiche o salutistiche. Nella moderna condotta vegetariana si possono distinguere diverse pratiche alimentari, che si producono in abitudini dietetiche che, sebbene possano essere anche molto differenti l’una dall’altra, sono tutte accomunate dalla esclusione della carne di qualsiasi animale, terrestre, volatile o acquatico e in generale dei prodotti della macellazione e della pesca, compresi i sottoprodotti (fra cui uova di pesce, caglio animale, olî e grassi animali).
latto-ovo-vegetarianismo: esclude gli alimenti che derivano dall’uccisione diretta di animali sia terrestri sia marini, quali carne, pesce, molluschi e crostacei; ammette qualunque alimento di origine vegetale, i prodotti animali indiretti, ovvero le uova, il latte, i prodotti lattieri (yogurt, panna, ricotta, burro), i prodotti caseari (formaggi freschi e stagionati purché non contenenti caglio animale), il miele e tutti gli altri prodotti di alveare (pappa reale, propoli, polline), oltre ad alghe, funghi (di cui fanno parte i lieviti) e batteri (come i fermenti lattici e il lievito di birra).
Questo regime vegetariano è il più diffuso nei paesi occidentali, tanto che nel linguaggio comune la dieta associata è erroneamente indicata, per sineddoche, come dieta vegetariana;
latto-vegetarianismo: come il latto-ovo-vegetarianismo, ma esclude anche le uova.
È un modello dietetico frequente nella tradizione asiatico-indiana, di cui fanno parte le diete yogiche e altre di estrazione induista come, ad esempio, la scelta alimentare dei viṣṇuiti, tra i cui precetti è compresa anche l’astensione dai funghi, dall’aglio, dalla cipolla e dai tartufi;
vegetalismo o veganismo dietetico: esclude tutti gli alimenti di origine animale (carne, pesce, molluschi e crostacei, latte e derivati, uova, miele e altri prodotti delle api) e ammette qualunque alimento di origine vegetale (con la sola esclusione del polline perchè ricavato dall’apicoltura), oltre ad alghe, funghi e batteri;
crudismo vegano: ammette esclusivamente cibi vegetali non sottoposti a trattamenti termici oltre i 42 °C (è ammessa l’essiccazione). Questo modello dietetico è composto prevalentemente da frutta, verdura, noci e semi, cereali e legumi germogliati. È da distinguersi dal crudismo non vegano, in cui si utilizzano latticini non pastorizzati e perfino carne e pesce crudi;
fruttarismo: pratica alimentare che prevede soltanto il consumo di frutta dolce (come la mela) e ortaggi contenenti semi (come il pomodoro). Sono escluse tutte le parti delle piante oltre i frutti, e quindi le radici (come la patata), i fusti (come il sedano), le foglie (come la lattuga), i fiori (come il carciofo) e i semi (come il fagiolo). Si basa sull’ipotesi che i frutti siano il cibo elettivo per l’uomo e sull’ideale che le piante, in quanto esseri viventi al pari degli animali, non vadano in alcun modo sfruttate e danneggiate.